Parte 1: La nostra parrocchia domani

L’ideale: è il futuro che trascina il presente

Perché parlare della nostra Parrocchia DOMANI, se siamo chiamati a vivere OGGI?

La risposta è questa:
– è il FUTURO che trascina il presente;
– è l’IDEALE che fa marciare il reale;
– è il TRAGUARDO che fa correre l’atleta;
– è la VETTA che attira l’alpinista;
– è la META che orienta tutti i passi del viandante e con il Progetto P.A.C.E. il popolo è capace di verificare, camminare e progettare.

Applichiamo questi esempi alla Parrocchia.
Vi piace la comunità parrocchiale com’è oggi?
Dopo venti anni di cammino, abbiamo avvicinato moltissime famiglie, molti giovani, molti fanciulli; vi sono veramente elementi di speranza nella nostra parrocchia e per questo ringraziamo e lodiamo il Signore.
Tuttavia:

– non abbiamo sollecitato tutte le realtà familiari della parrocchia.
– molte famiglie giovani guardano al Matrimonio solo per la festa e non sentono l’esigenza di frequentare la Comunità parrocchiale;
– alcuni operatori pastorali non sentono il bisogno di partecipare alle grandi feste di popolo o partecipano solo se è interessato il loro specifico settore;
– non partecipiamo abbastanza gli uni ai problemi degli altri;
– non partecipiamo, quindi, abbastanza alla gioia, alla sofferenza del vicino;
– ci sforziamo di essere famiglia, ma siamo ancora lontani dal modus vivendi della fraternità e dell’incontro;
– considerando la moltitudine di operatori pastorali, si nota, però, che sono ancora pochi a sentire l’assillo dell’evangelizzazione e della comunione.
Come parrocchia, siamo veramente guardati con simpatia, ma non abbiamo incidenza e dialogo con le Istituzioni presenti nel quartiere. In seguito alla designazione del Cardinale Sepe, la Municipalità ci sta chiedendo più interventi, di far conoscere le iniziative svolte sul territorio per le famiglie della parrocchia.

La colpa è tutta nostra?

Certamente nessuno può dire: “ho fatto abbastanza”.
Tuttavia c’è un altro motivo per cui la nostra Comunità parrocchiale non è sufficientemente una famiglia.

Il motivo è:
dobbiamo impegnarci perché la Parrocchia sia nel quartiere “Casa di comunione”, più missionaria, dove ognuno possa trovare accoglienza e dove sia possibile fare esperienza di fede proponendo itinerari religiosi diversi per tutti; e bisogna fare in modo che tutti trovino il Pane per la loro esistenza.
Quindi, ognuno deve preoccuparsi di:
1) essere “Casa di comunione” nella propria parrocchia;
2) di evangelizzare donando la propria esperienza di fede agli altri, parlando del Signore e della famiglia parrocchiale ovunque;
3) di dare più attenzione alle famiglie separate ed ai giovani lontani.

C’è bisogno non solo di umiltà e servizio totale a Cristo ed al Suo popolo, ma anche di proporre azioni pastorali che facciano incontrare le persone, gli operatori pastorali, in modo che tutti si sentano famiglia ed amici.

CHE COSA NON DEVE ESSERE LA PARROCCHIA

La Parrocchia non deve essere:
una massa di persone, che ha ricevuto i Sacramenti, ma non è riuscita ad inserirsi nella vita della Parrocchia;

un semplice centro burocratico ed amministrativo;

una base senza gerarchia;

una gerarchia senza base;

una massa di persone semplicemente praticante e non impegnata nella missione della Chiesa.
Nella parrocchia si devono creare più rapporti di conoscenza, di amicizia e di apertura, per rendere sempre più facile il rapporto con gli altri.
La parrocchia non può essere considerata come un “negozio in piazza”, una “stazione di servizio”, un “bene” di cui servirsi a piacimento personale. Purtroppo, ci sono ancora persone che vogliono usare la parrocchia solo per motivi personali.
La parrocchia deve saper diventare luogo dove si incontrano Dio ed i fratelli.

A – CHE COSA È LA PARROCCHIA?

-è una “PICCOLA CHIESA”;
-è una “PORZIONE DEL POPOLO DI DIO”.
-è una “CELLULA DELLA DIOCESI”, dove offrire un miglior esempio di apostolato unitario, fondendo in- insieme tutte le diversità umane, che vi si trovano, inserendole nelle diversità della Chiesa.
-è una “grande famiglia” dove si rafforzano sempre più i rapporti con tutti gli abitanti, cristiani e non, partecipi della vita della comunità o ai suoi margini. La parrocchia deve essere sempre più missionaria, che vuol dire sollecitudine verso i più deboli e gli ultimi: la parrocchia è la casa di comunione di Dio e l’uomo. La vita della parrocchia ha il suo centro nel giorno del Signore e l’Eucaristia è il fuoco della Domenica. Eucaristia, dunque, come fonte e culmine di tutta l’evangelizzazione. La prima missionarietà deve essere proprio questo: vivere la Domenica come giorno del Signore.
La Parrocchia è, quindi, una Comunità di persone: che ha incontrato Gesù Cristo, che vive in comunione con Dio e fra loro; questa esperienza dell’incontro, dell’amicizia e della comunione vuole portarla agli altri, impegnandosi nell’evangelizzazione capillare per far in modo che tutti ascoltino la Parola e possano vivere la Domenica come giorno del Signore; giorno in cui si vive la santità di Dio.
-La parrocchia è una “comunità”, una “famiglia” che porta avanti anche il CAMMINO di SANTIFICAZIONE di tutti i membri, 10.000 persone.
(cfr. Costituzione sulla Chiesa, Lumen Gentium CC cc. 1- 6).

Alcune domande:
nella nostra Parrocchia di S.Maria della Natività, così com’è impostata:

è possibile che tutto il popolo viva in COMUNIONE?

è possibile che tutti s’impegnino in una MISSIONE di EVANGELIZZAZIONE e di SANTIFICAZIONE?

La risposta è ovvia: dopo venti anni di lavoro sul territorio abbiamo, sì, raggiunto una frequenza alla liturgia domenicale, alle catechesi di circa il 30%, ma molto c’è ancora da fare perché la parrocchia brilli nel quartiere come faro di luce per tutti.

B – PER QUALI MOTIVI LA NOSTRA PARROCCHIA NON È COSI’?

Le prime comunità cristiane erano costituite da alcune decine di persone, cariche spiritualmente ed apostolicamente; c’era lo zelo e l’entusiasmo dei neofiti.
Le antiche Parrocchie rurali erano, pure, costituite da alcune decine di persone, cioè dai nuclei familiari, da membri che si conoscevano e vivevano i rapporti inter familiari.
In queste condizioni era possibile vivere (da parte di tutti ed insieme) la COMUNIONE, la MISSIONE EVANGELIZZATRICE il CAMMINO di SANTIFICAZIONE.

Adesso nella nostra parrocchia questo è difficile, per il frammentarsi dei rapporti, per il modo frenetico di vivere, oggi, la famiglia e gli eventi ed anche perché la gente considera i mass media come codice morale ed etico: i mass media si sono sostituiti ai Comandamenti!

PRIMO MOTIVO

La nostra comunità parrocchiale conta circa 10.000 persone.
Come è possibile vivere la comunione in 10.000 persone?
Come è possibile che 10.000 persone si impegnino per gli altri?
Come è possibile che 10.000 persone (di cui il 68% è assente dalla propria “casa”) tendano alla santificazione?
Non è logico che tutti i componenti della Comunità parrocchiale, nel tempo, si riuniscano in tanti gruppi dove sarà più facile vivere la Parola di Dio, scambiarsi esperienze di fraternità, partecipare alla vita della parrocchia e diventare, così, testimoni ed evangelizzatori del Risorto?

SECONDO MOTIVO

Mentre il messaggio del mondo, attraverso i mass-media (la televisione, internet), entra in tutte le case, il messaggio del Vangelo, della Chiesa e della Comunità parrocchiale non arriva permanentemente a tutti.

Non sembra, allora, necessario inventare qualche iniziativa che faccia arrivare a tutti la Parola di Dio?

Quest’anno, si renderà più efficace la comunicazione attraverso facebook e SMS.
Il Parroco ha fatto installare anche una postazione radio che si può sentire su tutto il territorio parrocchiale, in modo da avere un’evangelizzazione a largo raggio. Però, fino ad ora hanno goduto del messaggio radio solo gli ammalati.
Si auspica di poter dialogare più facilmente con i giovani e le famiglie, che vogliono ascoltare la Parola di Dio.

TERZO MOTIVO

Nell’attuale tipo di Parrocchia (che è ancora piramidale) non tutti hanno il senso di appartenenza alla Chiesa; quindi non si sentono coinvolti nelle azioni pastorali della Comunità parrocchiale.
I nostri operatori pastorali devono essere le antenne sui bisogni del quartiere e devono intervenire dove c’è un bisogno da lenire, da curare.
Il loro operare deve diventare l’operare per tutti e devono preoccuparsi che le azioni pastorali arrivino effettivamente in tutte le zone pastorali ed a tutti i membri della parrocchia.

C – OCCORRE CAMBIARE

C’è, quindi, l’urgenza di realizzare un nuovo tipo di Parrocchia, che corrisponda agli insegnamenti del Concilio Vaticano II, dei documenti dei Vescovi, del Sinodo mondiale diocesano dei Vescovi 1987, del documento “Comunità e Vangelo in un mondo che cambia”, del documento il “Volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia”, del documento diocesano “Famiglie e giovani insieme” e del piano diocesano “Organizzare la speranza”.

D – COME SARà LA NUOVA PARROCCHIA?

La parrocchia è sempre il centro della Chiesa universale, certamente ci troviamo in un clima di radicali cambiamenti; non è più, come una volta, l’unico centro di aggregazione per le persone che abitano in un dato territorio.
Comunque la presenza della parrocchia sul territorio è sempre un punto di riferimento per le famiglie. Poiché si sta riducendo il numero dei presbiteri, anche la nostra Diocesi sta tentando di attuare attività diocesane e decanali.
La parrocchia deve agire in modo nuovo, deve essere sempre più missionaria, quindi, deve andare nei parchi delle zone pastorali per celebrare la liturgia della Parola, organizzare momenti di adorazione e di preghiera. Insomma, deve far sentire ai lontani la nostalgia di Dio, il senso di appartenenza alla Chiesa.
Bisogna inventare nuove forme di azione pastorale per cui i gruppi e l’intera famiglia parrocchiale si possano sentire parte attiva del popolo di Dio.
È, quindi, necessaria la costituzione delle Cellule di Evangelizzazione o piccoli gruppi del Vangelo; è necessario dare più forza a quelle azioni pastorali dove tutti i gruppi e le famiglie si sentano partecipi.
La parrocchia conta circa 66 Cellule di Evangelizzazione; in quest’anno pastorale il cammino di Cellula è stato piuttosto unitario, si sono formate sei nuove Cellule di giovani e tutte stanno facendo:
esperienza di comunione con Gesù ed i fratelli;
esperienza di missione, cioè evangelizzazione e servizio;
esperienza di santificazione, cioè conversione a Dio ed ai fratelli;
esperienza di preghiera.

E – UNA COSA NUOVA?

IN UN CERTO SENSO Sì
IN UN CERTO SENSO NO

come, anticamente, le comunità diocesane, diventate troppo grandi, si articolavano in piccole Parrocchie, così, adesso, le comunità parrocchiali, diventate troppo numerose, non potendo vivere un cammino di santificazione, di missione e di evangelizzazione, devono articolarsi in comunità intermedie che noi chiamiamo
“Piccole Comunità Ecclesiali”
o Cellule di Evangelizzazione
(cfr. Comunione e Comunità)

Le Cellule di Evangelizzazione sono piccole entità ecclesiali, che si riuniscono nelle case per realizzare il cammino di santificazione e missione.

Le Cellule possono essere:

  • miste;
  • familiari;
  • di giovani;
  • di anziani.

Questo è il cammino globale della nostra Parrocchia.

TAPPA INTRODUTTIVA

1

Anno dell’Incontro

1992-‘93

2

Anno dell’Amicizia

1993-‘94

3 Anno della Fraternità

1994-‘95

SETTIMANA DELLA FRATERNITà

***************

ANNUNCIO DI GESù

4 Anno dell’annuncio di Gesù

1995-‘96

5 Anno dell’annuncio di Gesù Morto, Risorto e Vivo

1996-‘97

6 Accoglienza della Signoria di Gesù nella nostra vita, nel nostro rione.

1997-‘98

MISSIONE

***************

CONVERSIONE

7 Rifiuto della mentalità del mondo, rifiuto delle nostre idolatrie.

1998-‘99

8 Il quartiere sceglie Gesù come Signore ed è in attesa del dono dello Spirito Santo.

PENTECOSTE PARROCCHIALE

***************

1999-‘00

LA COMUNIONE ECCLESIALE

9 Parrocchia: Comunità della Parola

2000-‘01

10 Parrocchia: Comunità di preghiera

Parrocchia: Comunità di amore

Parrocchia: Comunità eucaristica

2001-‘02

PRIMO CONGRESSO EUCARISTICO

L’EVANGELIZZAZIONE

11

12


13

14

15

16

Parrocchia: Comunità che testimonia,Comunità che annuncia

MOMENTO DELL’INCONTRO

**************

Parrocchia: Comunità che proclama

 

MOMENTO DELLA FRATERNITà

**************

Parrocchia: Comunità che evangelizza,

Comunità in missione

 

MISSIONE FRANCESCANA

**************

 

Parrocchia: Comunità che evangelizza, che rifiuta le idolatrie del mondo.

Comunità in attesa dello Spirito

 

Momento della Pentecoste

**************

Parrocchia: Comunità che evangelizza e che diventa sempre più una Comuni-tà eucaristica.

MOMENTO DEL

SECONDO CONGRESSO EUCARISTICO

**************

Parrocchia: Comunità eucaristica, che porta tutte le famiglie all’incontro con Gesù e tra loro

2002-‘03

2003-‘04

2004-‘05

 

 

2005 ‘06

2006-’07

2007-‘08

MOMENTO DELL’INCONTRO

17

18

19

20

21

Parrocchia: Comunità eucaristica, che offre spunti di fraternità alle famiglie ed alle Istituzioni presenti sul territorio

MOMENTO DELLA FRATERNITà

**************

Parrocchia: Comunità missionaria.

La parrocchia, aiutata dai missionari si apre alle esigenze del territorio:

famiglie, bambini, giovani,

anziani, sofferenti.

MOMENTO DELLA MISSIONE

**************

 

Parrocchia: Comunità che evangelizza, alimentata dal soffio dello Spirito Santo

 

MOMENTO

DELLA PENTECOSTE PUBBLICA

**************

Parrocchia: Comunità che evangelizza e diventa sempre più innamorata della Eucaristia.

MOMENTO DEL TERZO

CONGRESSO EUCARISTICO

**************

Parrocchia: Comunità eucaristica, che cer-ca l’incontro e l’amicizia con il popolo

MOMENTO DELL’INCONTRO E DELL’AMICIZIA

**************

      2008-‘09

      2009-‘10

 

 

 

 

 

 

 

2010-‘11

 

 

 

 

 

2011-‘12

 

 

 

 

 

 

 

2012-‘13

 

Revisione dell’anno pastorale 2011/‘12

Quest’anno pastorale è stato un anno veramente importante per la nostra Comunità parrocchiale ed ogni festa mensile è stata celebrata in vista del
Terzo Congresso Eucaristico Parrocchiale.
Le feste più importanti dell’anno liturgico, l’Avvento e la Quaresima sono stati momenti di intensa catechesi.
Abbiamo fatto del nostro meglio per raggiungere anche i lontani.

MOTIVI
SITUAZIONE: veramente alle nostre liturgie partecipa un gran numero di persone, circa il 30% del popolo ed è una partecipazione silenziosa, matura.
A molte delle nostre feste assistono membri di altre Comunità.

PAROLA DI DIO: “Andate dunque ed ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt. 28,19).

ESIGENZA DI CONVERSIONE: abbiamo celebrato il Terzo Congresso Eucaristico Parrocchiale e constatato la maturità spirituale ed eucaristica del nostro popolo, ma ancora non si riesce a raggiungere il 70% di esso, che è fuori dalla Chiesa e vive il cristianesimo in modo superficiale.

PROGRAMMAZIONE P.A.C.E.

IL CAMMINO DEL POPOLO

Il cammino è stato ricavato dai capitoli 2° e 3° degli Atti degli Apostoli, che contengono il primo annuncio cristiano.

Pietro annuncia al popolo che Gesù è morto, risorto e vivo per la salvezza di tutti (cfr. Atti 2,23-33) e che occorre perciò:

“salvarsi da questa generazione perversa” (Atti 2,40);
“pentirsi per la remissione dei peccati” (Atti 2, 38);
“ricevere il dono dello Spirito Santo” (Atti 2, 38);
“costituirsi in comunità ecclesiali” (Atti 2, 42-48).

Questo cammino, che è biblico, verrà effettuato a livello di popolo, di Cellule Evangelizzatrici, di famiglie, di giovani, di fanciulli.
A termine del cammino tutto il popolo sarà articolato in Cellule Evangelizzatrici che estenderanno la loro missione al di là dei confini della Parrocchia.
Sembra un sogno irrealizzabile.

Dobbiamo credere che ciò che è impossibile all’uomo è possibile a Dio.
La Bibbia dice:
“Se non c’è visione, il popolo perisce” (Prov. 29,18).

Dio ha concepito dei grandi progetti sull’umanità, per realizzarli ha bisogno di uomini che sognino e mettano in pratica.